Un vasetto di miele su due in commercio è di origine straniera, il più delle volte cinese, e spesso non ha visto neppure un'ape. Additivi e sostanze chimiche che non compaiono, legalmente, tra gli ingredienti. Alimenti conservati in confezioni di cartone o plastica riciclati altamente nocivi. Date di scadenza allungate ad arte. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi. Sughi e prodotti con carne di manzo che però all'origine era cavallo. Nonostante il livello di attenzione a ciò che mettiamo nel piatto sia oggi piuttosto alto, i pericoli a cui siamo esposti quando facciamo la spesa sono sempre in agguato. L'industria alimentare è un Far West in cui l'imperativo è: smerciare qualsiasi tipo di prodotto o materia prima, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile. Nessuno come Christophe Brusset, ingegnere che ha lavorato per anni ai massimi livelli delle principali multinazionali del cibo, può svelare i meccanismi allucinanti dell'industria alimentare, dopo esserne stato testimone e complice. Svela i lunghi viaggi delle materie prime da una frontiera all'altra, racconta quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali, e ci fa capire che per mantenere le superofferte che tutti rincorriamo, i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità. Un libro illuminante e indispensabile, che spiega anche come è possibile difendersi, fare acquisti più oculati e addirittura orientare l'operato delle aziende.
Ha lavorato per oltre 25 anni nell'industria agroalimentare come dirigente di alto livello di importanti aziende del settore prima di scrivere il suo primo libro, Siete pazzi a mangiarlo!, bestseller in Francia e in Italia, dove ha avuto enorme risonanza grazie anche alle inchieste realizzate dalla trasmissione 'Striscia la notizia' proprio in base alle informazioni riportate nel libro. Il quotidiano la Repubblica lo ha definito «lo Snowden del cibo trash» che svela gli imbrogli che finiscono nel nostro piatto. Per il Fatto Quotidiano il suo lavoro ha permesso di smascherare «la truffa mondiale ai danni del consumatore». Con E allora cosa mangio? prosegue il suo prezioso lavoro di divulgazione.