Dietrich Bonhoeffer

La fragilità del male

«Non si può restare indifferenti davanti all’assassinio di milioni di esseri umani. Come il male che compie Hitler è frutto di scelte e azioni umane, anche l’agire per il bene è frutto di scelte e azioni umane».

Così scriveva Dietrich Bonhoeffer, in prigione, nelle ore più oscure del xx secolo, arrestato per aver partecipato a un complotto contro il Führer.

Le conclusioni a cui Bonhoeffer era giunto, nei giorni precedenti la sua condanna a morte, scaturivano da un lungo percorso filosofico-religioso compiuto negli anni e testimoniato dagli scritti – inediti fino a oggi in Italia – che vengono presentati in questa scelta antologica. Si tratta di appunti, esegesi, meditazioni, omelie, frammenti poetici, che attraversano circa un ventennio (dal 1925 al 1945) e che testimoniano come il problema del male – inteso come forza oscura insita nella Creazione e nell’essere umano – sia stato il fulcro intorno a cui si sviluppò la ricerca intellettuale del teologo tedesco.

Paradossalmente, il male è fragile, può essere combattuto. Per Bonhoeffer il male si “sfarina”, rivelando la sua debolezza, solo se con un atto di volontà, personale e collettivo, ci si oppone al caos, all’incoerenza, alla schiavitù dell’io, alla paura, per trasformare il mondo in un luogo giusto.

L’avanzare del bene e l’arretrare del male si rendono possibili solo con un’assunzione di responsabilità davanti agli uomini. E, per chi crede, anche davanti a Dio.

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Marchio Piemme
Pagine 180
Pubblicazione Marzo 2015
ISBN 978885851293
La fragilità del male
Dietrich Bonhoeffer
Nato a Breslavia il 4 febbraio 1906, morì per impiccagione in campo di concentramento, a Flossenbürg, il 9 aprile 1945, condannato per la sua opposizione al regime nazista. Teologo e pastore luterano, coniugò la ricerca accademica e l'attività di pastore evangelico, soggiornando spesso all'estero e intessendo una fitta rete di contatti umani, ecclesiali e culturali. Fu esponente di spicco della Chiesa confessante, la minoranza dei cristiani riformati dissociatasi dal nazismo, e segnò una generazione di pastori dirigendo il seminario clandestino di Finkenwalde. In pochi anni scrisse una grande quantità di opere che fanno di lui uno dei più grandi teologi del Novecento. Dopo la morte diventò punto di riferimento universale per tanti credenti, anche al di là della tradizione luterana a cui apparteneva. Fu professore universitario, pioniere del movimento ecumenico e pubblicò saggi studiati ancora oggi: nel 1931 Atto ed essere, nel 1937 Sequela, nel 1938 Vita comune. Le lettere e gli appunti scritti durante la prigionia e inviati all'amico Eberhard Bethge vennero pubblicati postumi nel 1951, insieme alle lettere ai genitori e ad alcune poesie, con il titolo di Resistenza e resa. Postume apparvero le opere Etica (1949), L'ora della tentazione (1953), Il mondo maggiorenne (1955-66).
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