Luigi Di Cicco, Michele Cucuzza

Gramigna

Volevo una vita normale

Luigi è figlio d'arte. Suo padre è un boss della camorra, un pezzo grosso, uno di quelli che contano nell'aversano. Dalle sue parti, con quelle credenziali, potrebbe essere padrone incontrastato. Ma lui non ne vuole sapere. Troppo vivo e amaro il ricordo degli anni di infanzia, con il padre sempre in galera e la geografia imparata andando in visita nelle carceri di massima sicurezza in tutta Italia, con i Natali a toni smorzati, solo con donne e cugini, perché tutti gli uomini della famiglia o erano latitanti o in prigione. Quando le irruzioni all'alba della polizia o i parenti morti in agguati non li vedi sullo schermo ma li hai in casa, puoi crescere senza poterne fare a meno, o cercare di starne lontano il più possibile. Luigi ha scelto la seconda strada, dicendo tanti no, poi qualche sì, poi ancora no no no, fino a costruirsi una vita pulita e dignitosa. Questo vuole dire ai figli di Scampia e a tutti gli altri, una vita diversa è possibile, ed è molto più bella.

Da Gramigna è tratto l'omonimo film, prodotto e distribuito da Klanmovie, in concorso per il Premio David Giovani.
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Marchio Piemme
Serie di collana Storie vere
Pagine 168
Pubblicazione Novembre 2017
ISBN 978885666037
Gramigna
Luigi Di Cicco
È figlio di un boss di uno dei clan camorristici più potenti dell'aversano. Non ha mai seguito le orme paterne, e oggi vive con moglie e figli a Civitavecchia dove gestisce un ristorante e si impegna attivamente per sensibilizzare i giovani a non cedere al richiamo della criminalità. Questo è il suo primo libro.
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Scheda autore
Michele Cucuzza
Nato a Catania, è giornalista in radio e tv. Ha lavorato al Tg2 ed è stato conduttore di La vita in diretta, Uno mattina e "Radio2 days". Attualmente è al microfono di "Rosso di sera", quotidiano di approfondimento su "Qlub Radio" di Roma. Ha pubblicato vari saggi, tra cui Ma il cielo è sempre più blu (Editori Riuniti, 2006), sui ragazzi calabresi impegnati contro la 'ndrangheta, e Il male curabile (Rizzoli, 2012). Nel 2012 ha ottenuto il "Premio Falcone e Borsellino" per la cultura della legalità.
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