Nessun rimpianto. È esattamente questo che ogni giorno si ripete Marco Luciani nella sua nuova vita a Barcellona. Niente più gerarchie, capi a cui dire sì anche quando non si vorrebbe, burocrazia. Adesso ha una nuova routine, tra la gestione del figlio Alessandro, della casa, e un lavoro part-time che gli dà da vivere. Senza dimenticare il tempo che ogni giorno può dedicare agli allenamenti per la prossima maratona. Ed è proprio con questa scusa che Luciani decide di tornare a Genova per partecipare alla corsa in memoria delle vittime del ponte Morandi, un gesto dovuto e insieme una sfida. Adesso finalmente è pronto. Forse.
Arrivato a Camogli a casa di sua madre, però, qualcosa cambia. L'omicidio di una donna riaccende una fiamma che l'ex poliziotto pensava si fosse spenta per sempre. Perché la verità è questa: le indagini gli mancano da morire. Così, con una nuova scusa, decide di rimandare la partenza e di dare una mano al vecchio compagno, il commissario Calabrò, che sembra già avere il colpevole perfetto: un ragazzo di colore senza uno straccio di alibi. Si troverà coinvolto in un'indagine che lo toccherà molto da vicino, combattuto tra innati pregiudizi e facile pietismo. Una maratona da correre in progressione, a rischio della vita.
Giornalista e scrittore, è nato a Genova. Ha cominciato ad appassionarsi al giornalismo a sedici anni e oggi lavora al "Secolo XIX". Con Piemme ha pubblicato Domenica nera (Premio Bancarella Sport), Il vicolo delle cause perse, La cacciatrice di teste, L'enigma di Leonardo (Premio NebbiaGialla 2014, finalista al Premio Scerbanenco 2013) e L'ultima cena del commissario Luciani.