Intervista a Robert Palm, autore de ‘La ragazza di Koreatown’

di Redazione Web

22 giugno 2023

Intervista a Robert Palm, autore de ‘La ragazza di Koreatown’

In occasione della pubblicazione del suo primo romanzo, abbiamo intervistato Robert Palm, che per molti anni è stato autore ed executive producer di serie tv di enorme successo come Miami Vice e Law & Order.

L’autore ci ha tenuto a salutare i lettori italiani anche con un video, per scoprire insieme trama e retroscena di “La ragazza di Koreatown”.

 

Nel video parla di suo cugino Edward. Quanto c’è di vero in questa storia?
Il salvataggio della donna coreana, che stava tentando il suicidio, mi è stato raccontato da mio cugino Eddie un giorno o due dopo l’accaduto. La scena – il tempo burrascoso, la sua improvvisa scomparsa e il suo salvataggio da parte di due sconosciuti – è esattamente come era avvenuta.

Mi chiese se potevo aiutarlo a trovare lei, una donna di nome Kim, tra gli 8 milioni di anime di Los Angeles. Gli ho detto che ci avrei provato, soprattutto perché era così afflitto, avendo appena perso la moglie per un cancro.

“E pensare che ho salvato una vita!”, mi disse, pensando ovviamente a sua moglie, per la cui morte non aveva potuto fare nulla.

Circa una settimana dopo, mio cugino si ruppe il collo in un incidente sugli sci e così, ovviamente, la sua ricerca della donna coreana finì. Il libro, da quel momento in poi un’opera interamente di fantasia, era il mio tentativo di risolvere la sua ricerca. Visse abbastanza a lungo da leggere una prima stesura e ne fu soddisfatto.

 

Il suo libro è un thriller, ma ci sono molte riflessioni sulla memoria. Qual è il ruolo della memoria in questo libro? Perché gli esseri umani hanno paura di chi ricorda?
La memoria… Il titolo originale del romanzo, in inglese, era Erasure, in riferimento alla missione dei nordcoreani di catturare Mi-Sun, per poi cancellare parte di ciò che aveva appreso nel suo Stato. È vero che avrebbero potuto semplicemente ucciderla, ma ho immaginato che i nordcoreani volessero fare di lei un esempio, proprio lei che li aveva sfidati fuggendo. Il lavaggio del cervello e la successiva smentita sono molto comuni in quel paese.

Su un piano più emotivo, Mi-Sun non riesce a sopportare il ricordo della sofferenza dei suoi genitori. Quindi il suo tentativo di suicidio è anche la soluzione per cancellare i propri ricordi dolorosi.

Più tardi, lascia un’offerta alla memoria dei suoi genitori, un gesto che pare futile, ma la convinzione che l’anima debba tornare alla sua casa fisica è molto radicata nella cultura e nella tradizione coreana.

Il ricordo doloroso di Ed, la perdita della moglie, è il motivo per cui lo troviamo depresso, come se fosse sott’acqua. L’incontro con Mi-Sun e la sua determinazione a trovarla e a proteggerla lo galvanizzano e lo fanno uscire da uno stato di letargo (e da una certa autocommiserazione) per farlo entrare in azione.

Alcuni dettagli familiari della storia di Ed sono stati ispirati dai miei ricordi; abbiamo condiviso, come cugini, una lunga vita insieme.

Si dice che il primo romanzo di solito parla della propria famiglia, e in parte è così.

 

Cos’hanno in comune Ed e Mi-Sun: un vedovo surfista carpentiere e una giovane biologa coreana? Perché questa attrazione è così naturale?
La risposta alla loro attrazione reciproca è parte di quanto detto sopra: Mi-Sun è letteralmente sott’acqua (come si può leggere nelle prime pagine del libro) mentre Ed lo è emotivamente (è da poco vedovo e su figlia non abita più con lui).

L’acqua è un simbolo non solo di morte, ma anche di rinascita e risveglio. Non per fare il buddista o altro, ma l’attaccamento – alla memoria, al potere (nel caso dei nordcoreani), a un’altra persona – porta inevitabilmente alla sofferenza. Eppure Ed pensa che ne valga la pena. Ed sa che innamorarsi di Mi-Sun è un rischio, ma sceglie di correrlo lo stesso.

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