Come ci insegnano le Formichelle
di Rosa Di Stefano
24 maggio 2024

Oltre il silenzio, oltre quei muri che le hanno rese trasparenti, evanescenti, inconsistenti, le figlie, le mogli, le madri del sì e del capo chino esistono e lottano. Hanno sconfitto l’ombra, il buio del potere misogino, la forza ferina ed irrazionale con la sorellanza. Le donne alleate, le donne compagne sono custodi delle chiavi di un sapere e di una saggezza tramandata con amore e prudenza, a difesa di un umano che chiede riscatto e salvezza. I gesti, gli sguardi, i silenzi, le parole della sorellanza sono diventate codici di sopravvivenza, ponti di umana solidarietà, armi per sostenersi a vicenda nel viaggio della vita. Sono fiumi sotterranei che scorrono lenti, alimentati dalla pazienza, dalla fiducia di una forza che unisce e rende amiche. Le donne per secoli hanno condiviso l’essenza che accomuna le sorelle negli sguardi che diventano doni e nei gesti che si trasformano in complicità reciproca. Hanno raccontato nel silenzio che ha generato rumore, hanno immaginato e tradotto la realtà in futuri di speranza, hanno tramandato per sopravvivere in altre sorelle. Le donne amiche hanno avuto il coraggio dei sogni, di quelle utopie che sono diventate doni per le nuove sorelle. Hanno saputo chiedere, scrutare, scegliere e ritrovarsi creando connessioni speciali al di là dei legami di sangue, per liberarsi dalle catene di poteri asfissianti e letali. Ed in questo camminare insieme, le sorelle sono cresciute, si sono passate il testimone curando le ferite del tempo e consegnando nuove speranze alle nuove amiche che ne riconoscono la preziosa eredità.
Un libro che percorre le strade del cuore, che alla fine portano tutte ad una consapevolezza: la vita non è quella che ci aspettiamo.
Ma le formichelle non sono il punto di arrivo di questa storia, bensì l’inizio di una vicenda che ha i contorni agrodolci, i profumi della natura, i colori di un tempo lontano, con protagoniste giovani donne di grandissimo carattere. Una voce, la loro, che grida libertà, e non soltanto dal cosiddetto patriarcato e dalla violenza di genere, ma da ogni forma di stereotipo, obbligo, pettegolezzo, aspettativa. Perché non tutto è come appare, e dobbiamo ricordarci che, in qualsiasi momento, possiamo decidere di fare la differenza. Noi non siamo ciò che facciamo, ma siamo ciò che amiamo. E questo, le nostre protagoniste, lo sanno molto bene.
Scrive Castellini: “Ci sono vuoti che ti inghiottono e vuoti che ti abbracciano, nei primi si precipita, nei secondi si volteggia” E poiché non abbiamo potere sul tipo di vuoto che prima o poi incontreremo, possiamo almeno scegliere di volteggiare fin tanto ché ne abbiamo le forze. Come ci insegnano le Formichelle. Rosa Di Stefano