«Dalla parte delle divise dovremmo essere tutti, ogni giorno. Ogni cittadino che creda nella forza superiore della legge, ogni sincero democratico che sostenga il principio fondante dello Stato di diritto (sovrana è la legge) dovrebbe essere dalla loro parte. La sicurezza non è un valore né di destra né di sinistra: è di tutti. È un bene pubblico, come salute e istruzione. O così dovrebbe essere. Nella realtà esistono poche questioni divisive come il sostegno alle nostre forze dell'ordine. Ogni volta che si verifica un caso di cronaca legato all'esercizio delle loro funzioni, si scatena il coro denigratorio e criminalizzante che tratta poliziotti e carabinieri come presunti colpevoli». Nella prima parte, tra riflessioni e aneddoti personali, ma soprattutto risultati ottenuti, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, in una lunga intervista, affronta le tematiche più stringenti dell'attualità politica; nella seconda parte Annalisa Chirico passa in rassegna i casi di cronaca più conosciuti degli ultimi anni per evidenziare come spesso le forze dell'ordine vivano situazioni complicate e vengano marchiate come colpevoli quando un episodio criminale finisce in tragedia. Dalla repressione dei cortei ProPal, al caso di Villa Verucchio o ancora al tragico epilogo del giovane Ramy, chi viola la legge diventa vittima, chi fa il proprio mestiere finisce nel tritacarne mediatico giudiziario. Con una parte politica, o almeno alcuni segmenti di essa, invece, che cavalca la protesta antagonista, contro gli «sbirri».