Per decenni Woody Allen è stato una delle figure più influenti della cultura americana: regista, sceneggiatore, attore, simbolo di un certo modo di fare cinema d'autore. Oggi, però, il suo nome è diventato scomodo, circondato da polemiche e accuse. È proprio questo percorso, dall'ascesa folgorante alla caduta rovinosa, che Patrick McGilligan ricostruisce con equilibrio e rigore. Il libro racconta l'infanzia a Brooklyn, i primi passi da autore televisivo, l'esplosione come stand-up comedian (fin da ragazzo, Allen si era fatto notare per l'umorismo fulminante). E soprattutto gli anni Settanta e Ottanta, epoca d'oro di film diventati cult. Ma anche la vita privata, fatta di relazioni complesse e spesso travagliate. Diane Keaton, sua musa e compagna, fu decisiva per la sua crescita artistica; altre storie d'amore segnarono invece la sua fragilità. E poi lo scandalo con Mia Farrow, le accuse di abusi, il matrimonio con Soon-Yi Previn: vicende che hanno oscurato la sua eredità artistica e trasformato l'immagine pubblica di un uomo che sembrava intoccabile. Con uno sguardo attento e documentato, ricco di aneddoti e citazioni, McGilligan riesce a restituire l'immagine di un autore unico, geniale e contraddittorio, capace di rivoluzionare il cinema americano e allo stesso tempo di autodistruggersi. Ne emerge il ritratto di un artista che ha fatto rideree riflettere generazioni intere e che rimane, nel bene e nel male, uno dei più grandi protagonisti del nostro tempo.