È una giornata d'autunno, fuori dalla finestra le foglie ricoprono le strade di un manto arancione. Rachele Guidi si trova da tempo in ospedale, ormai priva di forze ma con lo sguardo vivido di sempre. Stringe nella mano un ciondolo, un piccolo cammeo su cui è inciso un volto di donna e due iniziali che si leggono a malapena. Quel pegno d'amore, custodito gelosamente per decenni, nasconde un segreto che attende soltanto di essere svelato. Sullo sfondo di una Romagna contadina di fine Ottocento, tra i morsi della miseria, le ingiustizie sociali e l'ardore degli ideali, l'autrice scava nei ricordi di famiglia per raccontare sotto forma di romanzo le vicende di due ragazzini uniti da umili origini e destinati a scrivere una storia che non avrebbero mai immaginato. Rachele e Benito crescono, si cercano, si perdono per poi ritrovarsi, in una solitudine spesso dolorosa, fatta di silenzi e tradimenti, di errori ed evasioni, mentre la Storia continua il suo inesorabile corso, ignara di questo amore fatto di rose e di spine, di questa donna coraggiosa che ha lottato ogni giorno per esistere ed essere riconosciuta. Tra documenti originali e racconti familiari, Benito, le rose e le spine è un memoir palpitante che racconta la vita di Mussolini attraverso lo sguardo della moglie, restituendo un'immagine assolutamente inedita della figura di Rachele.