Gianni De Michelis

Memorie di un socialista riformista

Queste memorie sono state scritte da Gianni De Michelis tra l'inizio del 2012 e la metà del 2015, quando cominciò ad appalesarsi il Parkinson. Tutto il materiale è stato raccolto e custodito dal figlio Alvise. Gianni De Michelis scrive la sua autobiografia politica, dedicandola al suo omonimo nipote, dagli inizi negli anni Sessanta, fino ai giorni della malattia. Si evince l'intelligenza e la passione dell'uomo, sempre curioso, combattivo e tenace nell'affermare le proprie idee. Figlio della corrente socialista lombardiana, quella cosiddetta riformista radicale, la vita di Gianni De Michelis, ex ministro e uomo di punta del Partito Socialista, è stata corredata di grandi ideali e grandi battaglie politiche. Libertario e progressista, ha incarnato la componente più moderna della sinistra italiana, quella che ha guidato le riforme della seconda metà del Novecento, quella che guardava al futuro e al XXI secolo con ottimismo e con il guanto di sfida. Dall'impegno per la sua Venezia, contro l'acqua alta a cominciare dal MOSE e Porto Marghera fino a Roma, passando per gli Stati Uniti, il Medio Oriente e il trattato di Maastricht, la sua testimonianza, i suoi ricordi vividi, le sue analisi sempre acute evidenziano uno straordinario spaccato dell'amore per l'Italia che fu. Un libro prezioso che aiuta a ricostruire la vita di uno dei protagonisti della Prima Repubblica e della sinistra italiana per oltre mezzo secolo.
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Marchio Piemme
Serie di collana Saggi e Attualità
Pagine 320
Pubblicazione Maggio 2024
ISBN 978885669578
Memorie di un socialista riformista
Gianni De Michelis
(Venezia 1940 - 2019). Membro del PSI dal 1960 al 1994, dal 1976 membro dell'esecutivo del partito. Eletto deputato al Parlamento italiano (1976), partecipa al Congresso del MIDAS risultando determinante a eleggere segretario nazionale del PSI Bettino Craxi; successivamente ha svolto diversi e continuativi incarichi ministeriali: è stato infatti ministro delle Partecipazioni Statali (1980-83) e del Lavoro (1983-87), vicepresidente del consiglio dei Ministri (1988-89), ministro degli Esteri (1989-92). Nel periodo finale, a capo della diplomazia italiana svolge un ruolo chiave per il Paese nel periodo del crollo del muro di Berlino; partecipa alla successiva trattativa per l'allargamento della Unione Europea redigendo e firmando a nome dell'Italia il trattato di Maastricht per finire poi travolto da Mani Pulite (1993), assieme al suo partito. Eletto segretario nazionale, nel 1997, del ricostituito Partito Socialista (Nuovo PSI, di cui è stato segretario nazionale nel 2001- 2007), si candida risultando eletto deputato al Parlamento Europeo (2004) per la lista autonomista Socialisti Uniti per l'Europa che in seguito riconfluirà nel PSE. Laureato in chimica industriale, è stato inoltre professore di chimica inorganica (1980-99) presso le università di Padova e Venezia.
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