Dietro le quinte di “Delitto alla Baia d’Argento”

di Antonio Boggio

5 giugno 2023

Dietro le quinte di “Delitto alla Baia d’Argento”

Per motivi di lavoro non vivo più a Carloforte da vent’anni, e purtroppo, fisicamente, riesco a trascorrerci soltanto pochi giorni all’anno. Dico fisicamente perché quando scrivo posso tornarci tutte le volte che voglio con la mia immaginazione: posso passeggiare tra i caruggi, posso guardare il mare, ascoltare la gente chiacchierare in piazza, nelle botteghe e posso perfino sentire il profumo della salsedine mischiarsi ai vapori che sfuggono dalle cucine.

Quando ho finito di scrivere “Omicidio a Carloforte” mi è rimasto un vuoto dentro che nelle settimane a seguire è stato colmato dalla paura, dal terrore di non poter più trascorrere le mie ore solitarie a Carloforte, insieme al commissario Terranova e all’ispettore Rivano, nell’isola in cui sono nato e nella quale ho vissuto alcune tra le esperienze più belle della mia vita.

I miei personaggi erano lì, su un foglio di carta, su decine di post-it, disseminati in file e cartelle disordinate nel mio PC, e temevo che anche loro si sentissero perduti: sarebbero rimasti un appunto, delle potenziali storie non raccontate.

Questo finché non mi sono chiesto che cosa ne sarebbe stato di loro. Che cosa avrebbe potuto fare il commissario Alvise Terranova se lo avessi condotto nuovamente con me a Carloforte?

E così ho deciso di viaggiare ancora: tornare in quei luoghi e dare vita a una nuova avventura, riprovando la stessa gioia che mi ha accompagnato durante la stesura del mio primo romanzo.

Scrivere a volte mi fa paura, ma il più delle volte è l’unico antidoto per tenerla lontana.

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