L’angelo e la vergine: intervista alle autrici

di Alessandra Giovanile e Virna Mejetta

17 marzo 2023

L’angelo e la vergine: intervista alle autrici

In “L’angelo e la vergine” proseguono le avventure di “Bastarde di Francia” dal punto in cui si erano interrotte ne “La figlia del cardinale”.

Cécile de La Baume viene liberata dal forte in cui era rinchiusa, mentre Madeleine Pidoux, ora Marchesa d’Arignano, sta per iniziare il proprio destino di lussuosa prigionia in Savoia.

Una è ritenuta un angelo dalle ali infangate, l’altra la vergine da immolare a un potente perché il Trattato di Cherasco si concluda alla migliori condizioni per tutti i contendenti in gioco.

Ma non sempre quel che appare è specchio della verità.

Per Cécile tornare a Parigi non sarà la fine dei suoi tormenti, ma l’inizio di altri differenti e non meno insidiosi.

In Savoia il duca Vittorio Amedeo sembra diverso dall’uomo che aveva aggredito Madeleine alle Tuileries, mentre la duchessa Cristina conferma la propria sete di potere e insieme il timore di perdere l’influenza sul marito.

In questo secondo volume abbiamo giocato molto sulle analogie che legano le due protagoniste. La vicenda viene narrata in gran parte dalle loro due voci, alternando la Francia alla Savoia. Abbiamo cercato un equilibrio tra la drammaticità di alcuni momenti e la leggerezza di altri, che prendono una piega decisamente più lieve, in accordo con la giovane età e la resilienza di Cécile e Madeleine.

A Parigi, insieme a un nuovo intreccio sentimentale, hanno ampio spazio i moschettieri, così come il cardinale Richelieu e re Louis XIII, che i lettori avevano tanto amato nel primo volume.

Al di qua delle Alpi, si creeranno equilibri inaspettati, nelle numerose ambientazioni torinesi, riconoscibili dai lettori, anche se la città nel primo ‘600 stava appena mettendo le basi per diventare l’odierno gioiello barocco.

Cherasco diventerà crocevia di tutte le potenze europee per la firma del Trattato che aveva dato il via alle vicende del primo volume, mentre un rocambolesco viaggio attraverso la Val Susa fino al valico del Moncenisio offrirà altre visuali sulla Savoia dell’epoca.

Tra la campagna francese e la provincia sabauda, dai tetti di Parigi ai bassifondi di Torino si intessono nuovi intrighi, che speriamo tengano i nostri lettori incollati alla pagina.

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